Cronaca - Montesarchio, in fiamme l’ufficio urbanistico

Ancora un attentato incendiario, ancora una volta il Comune nel mirino. Questa volta le fiamme hanno interessato i locali dell’ufficio tecnico urbanistico di Via Santa Maria, in pieno centro storico. Una sede distaccata del municipio dove lavorano tre dipendenti comunali. Secondo una prima ricostruzione, gli attentatori sono penetrati all’interno dopo aver forzato la porta d’ingresso, cospargendo gli armadi di liquido infiammabile. Le fiamme si sono propagate immediatamente, distruggendo migliaia di fascicoli.
Atti e documentazioni della programmazione urbanistica comunale, il vecchio Prg con tutti i pareri, gli incartamenti dei vincoli. Ma anche suppellettili e materiale informatico. Sembra – ma si tratta solo di una voce – che sia stato messo fuori uso il sistema di videosorveglianza, cosa questa che fa pensare a dei professionisti che sapevano bene ciò che facevano. Di sicuro, i problemi più gravi per l’attività comunale riguardano le pratiche per il sisma legate alla legge ex 219. E’ vero che sono poche quelle in corso, ma di sicuro ci saranno rallentamenti per l’erogazione del contributo. Per le lottizzazioni invece il supporto è in gran parte informatizzato, ora bisognerà ricostruire il cartaceo. Stesso discorso per le pratiche edilizie: con l’aiuto dei vari progettisti sarà possibile recuperare il lavoro. Cosa c’era negli armadi? Le carte per l’edilizia residenziale, quelle dell’abusivismo e dei condoni, le documentazioni relative alle attività commerciali e industriali si sono salvate. Sono andate perdute le pratiche in gestione, quelle passate invece no. I dipendenti verranno temporaneamente trasferiti in locali contigui, perché l’incendio ha interessato una sola stanza.
Ma a preoccupare – al di là delle legittime difficoltà di natura tecnica e lavorativa, con tutti i disagi che ne seguiranno – sono le motivazioni che hanno portato ad un simile gesto. Il vicesindaco Giuseppe Cecere (egli stesso vittima di un attentato) come al solito ci mette la faccia: «La preoccupazione è l’immagine che il Comune dà all’esterno. Siamo una giunta che della legalità e del rispetto delle regole (dai rifiuti all’edilizia, dalle opere pubbliche al commercio) ha fatto un tema fondamentale. Così – argomenta – si rischia di far passare un’immagine distorta che non ci appartiene. Ma non ci piegheremo, non ci imporranno con la violenza di andare contro la legge». Per l’ingegnere il ragionamento è semplice: «Se fossimo un comune “compromesso”, non accadrebbero episodi simili. Forse siamo sotto attacco perché non siamo disposti a compromessi sulla legalità?», è la domanda che si pone il vicesindaco. Gli amministratori caudini sono dunque nuovamente in trincea. In mattinata il sindaco Antonio Izzo ha convocato immediatamente una riunione. Ne è venuta fuori una nota stampa chiarissima. «Quanto accaduto ci lascia sconcertati e sgomenti. La prima reazione – si legge – sarebbe di abbandonare tutto, soprattutto per noi che crediamo nella legalità, nelle istituzioni e nelle regole. Il vile atto di questa notte vorrebbe farci intendere il grado di vulnerabilità, il livello di esposizione a qualcosa che non conosciamo ma che, di fatto, c’è. L’ufficio urbanistica del nostro Comune è trasparente in tutti i sensi, avendo portato avanti, in 10 anni, un lavoro basato sulla certezza delle regole, su risposte tempestive e concrete senza ondeggiamenti. Sono lontani i tempi in cui per ottenere anche un certificato ordinario c’era bisogno di raccomandazioni». Non solo. Gli amministratori di Palazzo San Francesco ci tengono a precisare che «il Protocollo della Legalità lo abbiamo voluto e approvato noi. Ostacolare il nostro lavoro non contribuisce a diffondere una bella immagine del nostro territorio che non è certo paragonabile ad aree vicine geograficamente, ma lontanissime quanto a certi meccanismi. Andremo avanti nella tutela della legalità. A questo principio uniformeremo, come abbiamo fatto finora, tutti i nostri comportamenti, nell’interesse esclusivo dell’intera comunità», ribadiscono a chiare lettere. Mentre da un ufficio municipale si alza ancora l’odore acre del fumo.
Articolo di Giovanbattista Lanzilli, per Ottopagine
mercoledì 30 gennaio 2013. Letture: 2440.