Cronaca - San Martino VC. Tratto in arresto Paolo Pagnozzi

Gli agenti della squadra mobile della questura di Avellino in collaborazione con i colleghi del commissariato di Cervinara, hanno tratto in arresto Paolo Pagnozzi.
L’arresto è avvenuto questa mattina, intorno alle 5 e 30, nella villa di San Martino Valle Caudina, dove il 45enne pregiudicato, abita con la moglie e i due figli. Una ventina di agenti hanno circondato l’abitazione e poi all’interno ha fatto irruzione il capo della mobile, Giovanni Trabunella, con alcuni suoi uomini. Paolo Pagnozzi è rimasto alquanto sorpreso. Si è avvicinato alla finestra, forse per un estremo tentativo di fuga, ma quando ha visto che la villa era praticamente sotto assedio, ha desistito.
Gli agenti gli hanno notificato un ordine di custodia cautelare emesso dalla procura generale di Napoli, in quanto Pagnozzi deve scontare una pena residua di un anno e sei mesi di reclusione per reati concernenti l’associazione a delinquere di stampo cammorristco, finalizzata all’usura e all’estorsione. La condanna risale ad un processo iniziato nel l 2000 e solo ora è passata in giudicato. Dopo le formalità di rito, il 45enne, è stato associato presso la casa circondariale di Bellizzi Irpino dove si trova disposizione dell’autorità giudiziaria. L’uomo era disarmato e quando ha capito che non c’era più nulla da fare ha accettato l’arresto con grande dignità.
Secondo gli investigatori quello di Paolo Pagnozzi è un arresto molto importante. Era rimasto l’unico dei maschi della famiglia a piede libero e a San Martino e c’erano forti timori che potesse riorganizzare il clan che da oltre trenta anni detta la proprie legge criminale non solo in Valle Caudina ma anche nel beneventano e nelle zone limitrofe del casertano. Questi primi sei mesi del 2006 sono stati terribili per il sodalizio criminale. L’anno è cominciato con l’arresto del capo incrostato del clan, Gennaro Pagnozzi, detto il giaguaro che era latitante dal giugno del 2005. L’anziano boss fu tratto in arresto in un ristorante di Pozzuoli dove si era recato per mangiare del pesce. Dopo pochi giorni il tre di febbraio, gli agenti della squadra mobile della questura di Benevento, riuscirono a catturare il primogenito del giaguaro, Domenico Pagnozzi, detto il professore che dal suo rifugio romano stava tornando in auto in Valle Caudina. Il professore per capacità e sangue freddo è stato sempre indicato come l’erede indiscutibile di Gennaro, anzi, più volte ha tentato di far effettuare un salto di qualità al clan. Ed, infatti, il suo nome compare in diverse inchieste in tuta la penisola. Dopo altri 15 giorni, in manette era finito, Gerardo Marino, il cognato di Gennaro, anche egli latitante. Ed anche a lui era stata fatale la voglia di tornare a casa, a San Martino.
In libertà, quindi, degli elementi di spicco del clan era rimasto solo Paolo. Il secondogenito di Gennaro, non ha un soprannome come il padre ed il fratello, ma non per questo per gli inquirenti è meno pericoloso. Forte del carisma familiare e personale avrebbe avuto tutte le possibilità per riorganizzare il sodalizio criminale. Ma ora si trova in carcere e da lì sarà tutto più difficile. Resta da vedere se in Valle Caudina ora ci sarà qualcuno in grado di raccogliere il testimone dei Pagnozzi, magari con la loro benedizione. Un fatto del genere era già successo una decina di anni di fa a seguito di una serie di arresti ma le forze dell’ordine hanno dimostrato di essere sempre vigili e di rispondere colpo su colpo ad ogni strategia criminale. E proprio per questo l’attenzione deve restare sempre alta.
Fonte: Retesei
sabato 17 giugno 2006. Letture: 8262.