Arte e Cultura - Cervinara. Mostra DALLOPACO espongono Peppe Barile e Peppe Biancardi

L’evento si terrà il 5 e 6 settembre 2010 nelle scuderie del Palazzo Marchesale di Cervinara, inaugurazione domenica 5 ore 10.30. orari mostra: 10.00 – 13.00 / 17.00 – 24.00
Un breve testo di Italo Calvino, dal titolo “Dall’Opaco”, ha ispirato questo
percorso espositivo fatto di maschere, disegni, foto, video, teatro.
Nel suo testo Calvino descrive il mondo come lo vedeva dalla casa della sua
infanzia in Liguria, arroccata sulle colline e protesa sul mare.
Praticamente lui guarda in una direzione precisa, per cui lo spazio in ombra
(l’opaco) si trova alle spalle e quello illuminato dal sole (l’aprico) di
fronte. Però la linea che separa la luce dall’ombra non è così netta e
invalicabile e opaco ed aprico si confondono e capovolgono continuamente,
intersecando in tal modo i confini fra io e mondo, interno ed esterno, dentro e
fuori.
Ecco come Calvino conclude il suo Dall’opaco:
“Dal fondo dell’opaco io scrivo, ricostruendo la mappa d’un aprico che è solo un
inverificabile assioma per i calcoli della memoria, il luogo geometrico dell’io,
di un me stesso di cui il me stesso ha bisogno per sapersi me stesso, l’io che
serve solo perché il mondo riceva continuamente notizie dell’esistenza del
mondo, un congegno di cui il mondo dispone per sapere se c’è.”
È dall’opaco dell’io che il mondo si rivela secondo Calvino e per noi, che
abbiamo realizzato questa mostra, il volto e, simbolicamente la maschera,
rappresenta la linea che separa la luce dall’ombra, per cui guardando in faccia
una maschera si guarda verso l’opaco e indossandola si volge lo sguardo
dall’opaco all’aprico, rappresentato per noi dalle foto che catturano il
“fuori”, l’aprico, appunto.
È su questa linea che abbiamo svolto il nostro lavoro; con le maschere la
ricerca, attraverso l’espressività esasperata, di un paesaggio emotivo
dell’essere umano e con le foto la ricerca di suggestioni antropomorfe nella
natura che ci circonda, per simboleggiare che il mondo ha bisogno dell’io, di
qualcuno che lo guarda per esistere.
I visitatori della mostra entreranno in uno spazio senza tempo, come può essere
il Palazzo Marchesale di Cervinara…è il luogo dell’attesa.
Si attende che l’immaginazione prenda forma, che il nostro vecchio ”potere di
mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di pensare per immagini” (Calvino,
Lezioni Americane) riemerga dall’opaco di ognuno.
Inizia così un percorso lungo il quale si potranno vedere le opere scaturite
dalla fantasia degli artisti, “ma la fantasia dell’artista è un mondo di
potenzialità che nessuna opera riuscirà a mettere in atto.”(Calvino, Lezioni
Americane)
Un percorso che va dall’opaco all’opaco passando per l’aprico, come l’inizio e
la fine del giorno coincidono con la notte.
In questa atmosfera può capitare di incontrare un “mascheraro” un po’ folle, lo
stesso che ha accolto i visitatori all’entrata, che se è in vena di confidenze,
inizia a raccontare al pubblico le curiose motivazioni che l’hanno spinto a
costruire maschere:
“Questa idea che io mi trovo dentro, al chiuso di me stesso, ma stando
all’aperto…e per tutti quanti è così…pure per voi…così è!
E allora ho fatto le maschere! Per vedere cosa c’è dietro o meglio dentro, come
se volessi guardare dentro me stesso senza essere me stesso va’…
Come Vitangelo Moscarda, il protagonista di “Uno, nessuno e centomila” di
Pirandello, solo che quello è uscito pazzo…
Noi abbiamo un sacco di ombre dentro, di luoghi oscuri, di abissi”
Sono due gli artisti in questione e ognuno col proprio linguaggio e le proprie
tecniche (fotografia, disegni, dipinti, maschere, video-proiezioni, teatro)
daranno vita a questo percorso.
I loro nomi sono:
Peppe Barile maschere, disegni, dipinti, teatro
Peppe Biancardi fotografie
giovedì 26 agosto 2010. Letture: 2581.